La Storia di Don Caldone
Capitolo 3
Domenica dalla nonna!
Domenica, nonna invitò i suoi figli a pranzo. Per me era la prima volta. I pranzi al Sud spesso significano veri e proprio ricevimenti di una quindicina di persone. Aveva cominciato a cucinare alle 6 di mattina. Menù del giorno: antipasto misto della casa, salumeria, latticini (burrata, ricotta, stracciatella, e mozzarelle varie), verdure alla griglia del contadino di fiducia, sott’olio fatti in casa, funghi Cardoncelli, carciofi, melanzane, primo lasagna al forno.
Appena uscita dal forno, che meraviglia!
Una crosticina, un po’ bruciacchiata, ma decisamente invitante. Secondo, costolette d’agnello con patate al forno. Che dirvi? Un’emozione solo a guardarlo. Infine il dessert, panzerotti all’amarena. Ricetta di famiglia tramandata da generazioni, di madre in figlia. In breve, un vero spettacolo culinario.
Guardare tutti mangiare per me Tutti era una vera tortura. Mi misi a piangere finché mia nonna mi diede una mollica di pane di Matera, una delizia locale, presenza fissa su ogni tavola che si rispetti. Iniziai a ciucciarlo, ma per me non poteva che essere l’antipasto. Nonna lo capi, così andò a prendere un pezzettino di lasagna tiepida, me lo posò sulle labbra. Ricambiai con un sorriso così grande che me ne diede un altro.
La sfoglia di lasagna ancora al dente, la carne tritata insieme al sugo di pomodoro e, sorpresa finale, la scamorza filante.
Contento, ma non sazio, volevo assaggiare anche l’agnello con le patate. Ruffiano com’ero, fissai mio padre, mia nonna aveva già dato, e, al solito, misi a piangere. Finora aveva funzionato. Lui mi mise su le gambe, continuando a mangiare il suo agnello. “L’agnello forse no,”, pensavo “ma le patate magari si”. Glielo feci capire allungando le mani nel piatto. Mi misi le manine in bocca, Ce l’avevo fatta ancora una volta: la testura fondente e insieme croccante delle patate, intrise del gusto e dell’odore dell’agnello… fu così che, senza mangiare l’agnello, ne conoscevo perlomeno il sapore. Adoravo mangiare!